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Le discoteche e club all’aperto potrebbero riaprire dal 15 giugno in Puglia: lo annuncia il Movimento impresa al termine del tavolo tecnico dell’intrattenimento che si è concluso nella notte fra giovedì 28 e venerdì 29 maggio e che ha visto il confronto tra le associazioni di categoria, il governatore Michele Emiliano, il professore Pierluigi Lopalco, coordinatore della task force per l’emergenza coronavirus e l’assessora al Turismo Loredana Capone.

“A conclusione del tavolo tecnico – annuncia Movimento impresa – è stato definito la possibilità di apertura di discoteche e club all’aperto dal 15 giugno con alcune lievi limitazioni e a condizione che la curva epidemiologica dei contagi dei prossimi giorni non subisca variazioni peggiorative”. La prossima settimana verranno definite le modalità di riapertura che verranno inserite in una ordinanza regionale. “La Puglia – concludono da Movimento impresa – ha dimostrato che insieme si può fare”.

Ma è bastato questo annuncio a scatenare le polemiche. Tra i primi a intervenire il consigliere regionale Giannicola De Leonardis: “I nostri ragazzi, i nostri figli non entrano nelle loro classi e anche il nuovo anno scolastico sarà condizionato da pesanti incognite e per le discoteche, luoghi nei quali è praticamente impossibile evitare contatti e assembramenti, dall’ingresso alla distribuzione nei vari locali, dalle piste per ballare ai bar per le consumazioni, dai salottini alle terrazze, ai privé, invece, si parla solo di ‘alcune lievi limitazioni, e a condizione che la curva epidemiologica dei contagi nei prossimi giorni non subisca variazioni peggiorative’. E la Fase 2 – continua – per il presidente Emilianoè diventata quella del cerchiamo di accontentare tutti”.

Poi De Leonardis aggiunge: “I comparti in difficoltà e in emergenza vanno sostenuti, come doveroso, attraverso interventi, misure di sostegno, contributi economici, non con decisioni scriteriate che rischiano ancora una volta di ricadere pesantemente sull’intera comunità. E chi si assume una responsabilità del genere, poi dovrà risponderne, e non solo davanti alla propria coscienza”